Quando entri nella stanza, abbassi immediatamente lo sguardo. Sai di non essere altro che il mio servo per la notte: soggetto alla mia autorità, alla mia mercé. Mi appoggio alla poltrona e il mio sguardo ti trafigge.
"Spogliati". Il mio comando è calmo ma inequivocabile. Esegui senza esitare. Un pezzo alla volta, ti togli tutto: non solo i vestiti, ma anche il tuo controllo. Mi piace guardarti mentre ti concedi a me.
Mi alzo lentamente, i miei passi risuonano sul pavimento. Giro intorno a te. Guarda il mio lavoro. "Inginocchiati". Ti abbassi immediatamente. Il mio dito passa delicatamente sul tuo mento, sollevandoti il viso, per poi riabbassarlo. "Nessun contatto visivo se non lo permetto".
La notte è lunga e ho molti progetti per te. Imparerai a percepire i miei desideri senza che io debba esprimerli. Le tue mani toccheranno solo ciò che ti permetterò di toccare. Il tuo corpo troverà pace solo quando lo deciderò io. Ogni tocco, ogni istruzione, ogni momento ti condurrà più a fondo nel tuo ruolo, nel mio mondo, nel mio potere.
Sarai rinchiusa nel mio gabinetto e lì avrai finalmente uno scopo in questa vita, mi servirai come gabinetto per notti intere, ogni ora, quando dovrò fare pipì, dovrai aprire la bocca e prendere tutto ciò che ti darò, come è giusto che sia.
E quando sorgerà il mattino, saprai di appartenere davvero a me.